Cosa vivono? Perché se ne parla così spesso?
Il termine evangelico deriva da Evangelo (o Vangelo), che significa “buona notizia”: la buona notizia di Gesù Cristo.
Crediamo che il Vangelo e la Bibbia siano l’autorità suprema per la nostra fede e per la nostra condotta.
Vi proponiamo un piccolo lessico per conoscere meglio questo movimento del protestantesimo.
Sommario
Gli evangelici sono spesso oggetto di articoli di giornale o trasmissioni radio e TV: per i loro culti partecipati, per il loro impegno in ambito etico o per le numerose attività associative.
Un sondaggio del 2007 condotto da Management Information Systems Trend ha rivelato che quasi il 90% degli svizzeri ha sentito parlare degli evangelici.
Secondo la stessa ricerca, più di uno svizzero su due (59,7%) sa che gli evangelici sono cristiani impegnati e praticanti, mentre solo il 10% li associa a un movimento settario.
Ma chi sono realmente gli evangelici?
Questo breve sommario, destinato a chi desidera saperne di più, è stato tradotto e adattato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche Libere del Canton Ticino (FCELT), a partire da un testo del Réseau Évangélique della Svizzera romanda.
Principali movimenti e Chiese evangeliche in Ticino
In Ticino si contano circa cinquanta chiese evangeliche, che riuniscono complessivamente circa 2.000 fedeli.
A questo numero vanno aggiunti anche i cristiani di orientamento evangelico presenti all’interno della Chiesa evangelica riformata.
Dinamismo associativo
La Svizzera di lingua italiana ospita una decina di organizzazioni evangeliche attive in diversi ambiti:
- Formazione, librerie e case editrici (formazione teologica, testimonianza, ecc.)
- Attività per bambini e giovani (asili nido, centri extrascolastici, scuola domenicale, campeggi, gruppi giovanili, gruppi musicali)
- Accompagnamento spirituale e sociale (supporto psicologico, aiuto a tossicodipendenti e a persone in difficoltà)
- Aiuto umanitario e sviluppo (alfabetizzazione, alimentazione, igiene, sostegno a disabili)
- Missione ed evangelizzazione (sostegno ai cristiani perseguitati, gruppi biblici universitari, ecc.)
Evangelici o evangilisti?
Il termine evangelico si riferisce al Vangelo e identifica i cristiani legati al protestantesimo biblico.
Oggi indica una corrente precisa all’interno del protestantesimo.
Attenzione a non confondere evangelico con evangelista.
“Evangelista” è il termine usato per gli autori dei quattro Vangeli e, più in generale, per chi predica il Vangelo a chi non crede.
Radici e storia
Dal punto di vista etimologico, il termine evangelico deriva dal latino evangelicus, usato fin dai primi secoli della Chiesa per esprimere la fedeltà al messaggio di Gesù. Il Vangelo (euanghélion) era infatti considerato una buona notizia per l’umanità senza speranza.
Storicamente, il termine è stato usato per indicare coloro che desideravano aderire con semplicità e coerenza al messaggio di Cristo, senza lasciarsi influenzare dalle tradizioni ecclesiastiche.
Già nel XIV secolo, John Wyclif veniva chiamato doctor evangelicus, e il termine si diffuse ulteriormente durante la Riforma del XVI secolo.
Nel 1524, Martin Lutero scriveva: “Un vero evangelico non corre qua e là, ma rimane saldo nella verità fino alla fine”.
Nel XX secolo il termine ha assunto un significato ancora più specifico, indicando un fenomeno globale che ha avuto forte espansione dopo la Seconda guerra mondiale, grazie al risveglio missionario, alla nascita di istituti biblici e facoltà teologiche, alla radio cristiana, alla stampa e alle grandi campagne evangelistiche.
Il termine “evangelico” oggi sottolinea in particolare la fiducia nell’ispirazione, autorità e affidabilità della Bibbia.
La Scrittura non è vista solo come parola umana, ma come autentica Parola di Dio.
Si riconoscono i diversi generi letterari, ma si mantiene ferma l’autorità della rivelazione divina.
Per gli evangelici, la Scrittura ha autorità primaria e insostituibile: attraverso di essa, Dio si fa conoscere. La modernità non è il metro per interpretare la Bibbia: ciò che conta è la volontà di Dio, non la ragione umana o il sentire comune.
Si fa così largo uso dei vari strumenti d’indagine letteraria e storica, ma non s’avanzano pregiudizi sulla presenza del soprannaturale nella Scrittura. La storicità dei generi letterari non annulla la divinità della rivelazione stessa, perché storia e fede sono visti nel loro inscindibile intreccio voluto da Dio.
I principi della Riforma
Le radici evangeliche affondano nella Riforma protestante del XVI secolo. I credenti di convinzione evangelica oggi condividono ancora i valori fondamentali dei riformatori come Martin Lutero e Giovanni Calvino:
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Sola gratia – La salvezza è un dono immeritato di Dio
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Sola fide – Dio ci giustifica mediante la fede, non per le nostre opere
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Sola Scriptura – La Bibbia è l’unica autorità per la fede
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Solus Christus – Gesù Cristo è l’unico mediatore e salvatore
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Soli Deo gloria – A Dio solo la gloria: è Lui che prende l’iniziativa di riconciliarci con Sé stesso
Come definire la fede evangelica
Tre aspetti fondamentali sono condivisi dalla maggior parte dei cristiani di fede evangelica:
- Il valore essenziale della Bibbia
La Bibbia è considerata la guida e l’autorità suprema per la fede e per la vita quotidiana. È il punto di riferimento sia in ambito teologico che pratico. - La conversione personale
Non si nasce cristiani: lo si diventa attraverso una scelta consapevole e un percorso personale con Dio. Per questo motivo gli evangelici danno grande importanza al battesimo per immersione, celebrato in età adulta come segno di fede personale. - L’universalità del Vangelo
Il messaggio del Vangelo è per tutti. I cristiani evangelici sentono la responsabilità di condividerlo con chi li circonda, sempre nel rispetto della libertà di coscienza e delle convinzioni altrui.
Gli evangelici sono di origine americana?
Spesso si pensa che il movimento evangelico sia nato negli Stati Uniti, ma questa è una semplificazione imprecisa.
Oggi, il movimento evangelico è fortemente rappresentato nelle nazioni del Sud globale, in particolare in America Latina, Africa e Asia. Non è più un fenomeno esclusivamente occidentale e, ancor meno, un’espressione unicamente americana.
In realtà, le radici storiche del movimento evangelico si trovano in Europa, in particolare nella cosiddetta Riforma radicale del XVI secolo. Questo ramo del protestantesimo rivendicava la separazione tra Chiesa e Stato e promuoveva una fede personale, vissuta in comunità indipendenti.
Molti evangelici europei emigrarono successivamente negli Stati Uniti, spinti dalla mancanza di libertà religiosa nei loro paesi d’origine – compresa la Svizzera. Gli Stati Uniti hanno certamente avuto un ruolo importante nella diffusione e nello sviluppo dell’evangelicalismo moderno, ma non ne sono la culla.
Gli evangelici svizzeri, compresi quelli del Canton Ticino, sono pienamente autonomi: non dipendono da strutture internazionali o da direzioni situate all’estero.
Gli evangelici sono una setta?
No. Ma è importante chiarire cosa si intende con il termine “setta”, perché può avere significati diversi:
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Etimologico: nel senso originario, “setta” significa semplicemente corrente o gruppo religioso distinto da un altro.
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Sociologico: può indicare un gruppo minoritario rispetto alla religione dominante.
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In senso negativo (comune): una “setta” è spesso percepita come un gruppo chiuso, manipolatore, pericoloso per le persone e la società.
Se consideriamo i criteri generalmente usati per definire una setta pericolosa – impossibilità di entrare o uscire liberamente, controllo esercitato da un leader carismatico, limitazioni alla libertà di coscienza o pressioni finanziarie – allora è chiaro che le Chiese evangeliche non rientrano in questa definizione.
Le chiese evangeliche libere sono organizzate in modo democratico.
L’assunzione dei pastori e le principali decisioni sulla vita della comunità vengono generalmente votate dai membri della chiesa locale. Questo stile di governo è l’opposto di quello di un gruppo dominato da un “guru” o da un leader incontestabile.
Va riconosciuto con onestà che, come in ogni realtà umana (partiti politici, associazioni, aziende…), possono talvolta emergere atteggiamenti o derive settarie. Ma queste non rappresentano la norma, né sono tollerate nelle chiese evangeliche impegnate in una vita trasparente, partecipativa e centrata sulla Bibbia.
Come spiegare la crescita degli evangelici?
Ragioni esterne
A partire dalla seconda metà del XX secolo, la progressiva laicizzazione della società svizzera ha portato a un declino delle grandi Chiese storiche e a una crescente perdita di punti di riferimento spirituali e morali.
La modernità, inoltre, non ha mantenuto tutte le sue promesse.
Molte persone oggi si sentono deluse dagli effetti collaterali del progresso tecnologico: invece di unire, spesso isola, e i rapporti umani diventano sempre più virtuali e impersonali.
Eppure, il bisogno di risposte alle domande esistenziali non è scomparso. L’uomo contemporaneo continua a cercare senso, autenticità e speranza.
Ragioni interne
Diventare cristiani evangelici per libera scelta è un concetto moderno, che risponde bene alle aspirazioni attuali.
Ogni evangelico è invitato a vivere il Vangelo di Gesù Cristo nella propria vita personale, familiare e sociale.
Si tratta di un cammino che dura tutta la vita.
Le dottrine evangeliche rispondono alla sete di autenticità, al bisogno di rispetto per la dignità della persona umana e per le sue esigenze spirituali, relazionali e pratiche.
Le Chiese evangeliche si distinguono per una grande capacità di adattamento: possono riunirsi in un salotto privato o contare migliaia di membri. Possono esistere in piena libertà oppure sopravvivere sotto persecuzione religiosa.
La fede evangelica mette l’accento sulla fede personale e sulla salvezza personale, che implicano un impegno libero e una responsabilità individuale.
Per questo motivo, i membri delle chiese evangeliche partecipano attivamente alla vita comunitaria, assumendosi responsabilità concrete.
Infine, la valorizzazione dei doni e dei frutti dello Spirito Santo (come descritti in 1 Corinzi 12 e Galati 5) stimola ogni credente a contribuire in modo attivo e creativo.
Questo rende la vita di chiesa dinamica, spontanea, coinvolgente e piena di relazioni autentiche.
Gli evangelici fanno del proselitismo?
Oggi il termine “proselitismo” ha assunto un significato spesso negativo, diventando sinonimo di adescamento o pressione religiosa.
Evoca l’idea di una propaganda insistente, con elementi di condizionamento psicologico o di disprezzo verso le convinzioni altrui.
Spesso implica che solo l’adesione a un determinato gruppo garantisca la salvezza, escludendo gli altri.
Si può parlare di proselitismo quando:
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le motivazioni sono egoistiche o manipolatorie,
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i metodi sono sleali o invadenti,
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il messaggio denigra le altre fedi o propone una visione intollerante.
Gli evangelici rifiutano e condannano questo tipo di approccio.
Tuttavia, come insegna Gesù Cristo, hanno a cuore la condivisione del Vangelo, sia attraverso la testimonianza personale, sia tramite attività pubbliche di evangelizzazione.
In entrambi i casi si tratta di una comunicazione onesta, rispettosa e libera, che non impone nulla, ma propone un messaggio con chiarezza, lasciando a ciascuno la libertà di riflettere e decidere.
È quindi importante distinguere tra proselitismo e evangelizzazione:
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Il proselitismo mira a forzare o manipolare.
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L’evangelizzazione, invece, informa e invita, con l’obiettivo di offrire alle persone l’opportunità di entrare in una relazione personale con Dio, se lo desiderano.
Gli evangelici e la libertà religiosa
L’Alleanza Evangelica Mondiale, che rappresenta oltre 420 milioni di cristiani in 127 nazioni, rifiuta il proselitismo coercitivo, ma sostiene con forza il principio della piena libertà religiosa, in accordo con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite (articoli 18 e 19).
Questa libertà comprende il diritto di ogni individuo di credere, esprimere e condividere le proprie convinzioni religiose, come anche di cambiare religione o di non aderire a nessuna fede.
È una libertà che vale per tutti, indipendentemente dalla confessione: cristiani, musulmani, ebrei, agnostici o appartenenti ad altre tradizioni.
Gli evangelici sostengono e difendono questo diritto per tutti, convinti che la fede autentica può nascere solo da una scelta libera e mai da costrizione, pressione o manipolazione.
Gli evangelici e la politica
Ben integrati nel tessuto sociale, economico, associativo e politico, gli evangelici si interessano al bene comune e al benessere del prossimo.
Pur difendendo con convinzione la separazione tra Stato e Chiesa, molti evangelici scelgono, a titolo personale, di impegnarsi anche in ambito politico.
Gli evangelici non appartengono a un unico schieramento politico: sono presenti in diversi partiti, accomunati spesso da valori etici, sociali e umanitari ispirati alla loro fede.
Anche in Svizzera, come in altri Paesi europei, esistono due partiti politici che si ispirano ai valori evangelici. Tuttavia, le loro posizioni non rappresentano necessariamente l’orientamento di tutti gli evangelici, che restano liberi nelle loro scelte politiche.
Statistiche generali
Il fenomeno dell’espansione evangelicale è particolarmente evidente in America Latina, dove, nel giro di pochi decenni, le diverse chiese evangeliche hanno raggiunto una presenza compresa tra il 15% e il 25% della popolazione – con picchi ancora più alti in alcuni Paesi.
La crescita è rilevante anche in altre regioni del mondo:
dagli Stati Uniti, all’Africa, fino all’Asia.
Un caso emblematico è la Cina, dove, nonostante le persecuzioni passate e le attuali restrizioni, si stima che i protestanti siano passati da 700.000 nel 1949 a circa 135 milioni oggi.
In Corea del Sud, i cristiani evangelici rappresenterebbero addirittura il 38% della popolazione.
Questo trend globale di crescita coinvolge, seppure in modo più contenuto, anche le cosiddette “Chiese storiche”, stimolate dal rinnovato interesse verso la fede personale e la spiritualità biblica.
Dati significativi
Secondo una ricerca pubblicata nel 2000 dall’International Bulletin of Missionary Research e ripresa dal quotidiano svizzero 24 heures nel dicembre 2010:
Un cristiano su tre nel mondo è evangelico.
In vent’anni, la crescita è stata dell’88%.
Stima attuale dei cristiani evangelici
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Nel mondo: circa 750 milioni
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In Svizzera: circa 250.000
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Nel Canton Ticino: circa 2.000
Denominazioni evangeliche
In Svizzera, molte persone sono abituate al modello delle Chiese Riformate e Cattoliche, dove numerose parrocchie sono raccolte sotto un’unica struttura e denominazione.
Nel mondo evangelico, invece, le cose funzionano diversamente.
L’assenza di una gerarchia centralizzata, di un clero formalizzato o di una struttura unitaria può sorprendere – e talvolta disorientare – chi proviene da contesti più istituzionalizzati.
Si può però pensare agli evangelici come a una grande famiglia, in cui l’essenziale del “patrimonio genetico spirituale” è condiviso da tutti i membri, anche se alcuni “cromosomi” differenti danno origine a una varietà di espressioni e forme comunitarie.
Ciò che unisce è molto più di ciò che distingue.
Le differenze tra le denominazioni evangeliche sono legate principalmente a:
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elementi storici (origine, contesto culturale),
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sfumature teologiche secondarie,
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diverse pratiche ecclesiali (ad es. il tipo di battesimo, la struttura di governo della chiesa, lo stile del culto).
Ma il cuore del messaggio e della fede evangelica è condiviso:
la centralità della Bibbia, la salvezza per grazia mediante la fede, la conversione personale e la missione.
«In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui!» (1 Giovanni 4:9)